Se non avrò da que’ begli occhi, ond’ardo,
E quai da torbid’austro aure tranquille,
in quelle amabili, fiere pupille,
amor da crudeltà nascer vedrò.
non macchia tua onestà l’essere amata;
ma offende tua virtù l’essere ingrata.
usi rigor crudel, sei giusta e forte,
se al nobile e fedel, vile e ostinata.
e in lui vendicherà padre regnante
le colpe del vassallo e de l’amante.
Consiglio a la tua gloria il suo dover.
Così languendo, piangendo, tacendo
un misto di sospetto e di dolor.
e perché non l’intendo, il credo amor.