spiegasti ardite piume, incauta figlia.
a chi col suo piacer sol si consiglia.
e se men fieri aspetti il ciel non gira
ti udrò senza fratello e senza sposo. (Il fiume rientra nel suo letto)
feroce alzar saprò sul traditore.
e a un tempo finirò vita e furore.
l’oggetto del mio amor, se ben ingrato.
quel vano tuo furor mal vendicato.
ma vendicata ancor non avrò pace.
O fato, o genitor crudo e verace!
Quel dolce mormorar di cheto rio,
quel molle susurrar d’aura soave
altro non è che applauso a sì bel giorno.
Spoglia l’Ida per lui l’ orror natio;
per lui di miglior messe è biondo il campo;
per lui di più bei fiori è il prato adorno.