più di cipresso altier che l’aria ingombra.
alla stagion miglior frutto gentile
ma da questo non ha che inutil ombra.
Confondersi ne’ mali a re disdice.
se men forte si crede o men felice.
e più direbbe il cor; ma ossequio tace.
o a te saria rossor un zelo audace.
In me tu perdi... E che? Beltà ch’è frale.
Affetti vuoi da me? Gli hai fidi e casti.
Spera. Al tuo merto avrai fortuna eguale.
Non era il tuo gran ben quello che amasti.
Io fratricida? Io traditor? Regina,
invidia e fellonia ti sta vicina.
Per me sprezzo il morir. Ma tolto al regno
te pure opprimerà la mia ruina. (Si parte con Imofi)
lungi da questo ciel, furie, sgombrate.
quel foco e quel velen, furie, portate.
anche nel braccio tuo lo svenerà.
forse a implorar soccorso e non l’avrà.
in tutti del mio onor l’alta memoria.
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