Tutto già ci arridea, quando per legge
Dorotea sua vassalla il prence ardea;
la fé di sposo e l’auree vesti e ’l sacro
a cui piacea de’ cavalieri erranti
Rea la donna regal di amore indegno?
qual dee buon cavalier per ogni dama,
recar a Dulcinea ch’è mia sovrana.
So che ami Dulcinea ma nel Toboso
è Dulcinea la bella. Uso gentile
Driadi, udite, e napee; qui don Chisciotte
Mia dolce Dulcinea, quella salute,
che Dulcinea suo cavalier l’accetta
No, Cardenio non son. Vivea Cardenio
Amico? Anche Fernando avea tal nome.
Fedele? Anche Lucinda avea tal pregio.
Dorotea la infelice è questa, o Lope.
Dorotea non s’involi. Io de l’iniquo
in placido imeneo la coppia infida;
ciò che morte parea. Partì Fernando.
che, postosi in idea d’irsene armato...
ma qual chi sogna, io ne ho l’idea confusa.
regina e dea. Foglio d’amor poc’anzi
E reo de l’odio tuo perché son io?
Colpe son queste? Eh! Tutte
Siasi; e questo furor, qual per molt’acque
a onor di Dulcinea. Più facil credo
giungo al Toboso e a Dulcinea; le parlo;
Come averlo potea? L’originale
la Mancia tutta; e Dulcinea, tua dama,
che a Dulcinea giurai, sperar tu ’l puoi.
(Dulcinea, qui mi assisti). Un cavaliero (Don Chisciotte non lo permette)
nol dee soffrir. (Ah! Dulcinea). Non posso.
Eh! Dir volea che per andarvi è d’uopo
oltrepassar la linea equinoziale.
(Io son di Dulcinea). Ma donde vassi
Là vedrò Dulcinea. De la grand’opra
Il tuo pensiero è ’l mio.
quell’elmo d’or che usar solea Mambrino.
che non sapea di sì gran gioia il prezzo,
de la mia Dulcinea tutto lo deggio.
per sua dea qualche bella
ma tacer l’amor suo dovea colei.
Sol Dulcinea è ’l mio amor. (Parlo pur chiaro). (A Dorotea)
non ha di Dulcinea... non ha la sorte; (Dorotea sospirando)
temer mi fa di Dulcinea lo sdegno.
Tu sei quel cane; è Dulcinea quell’ombra;
Dulcinea ch’è una bifolca...
A Dulcinea lo chiedi. (Lo tiene in terra co’ piedi sul ventre)
Signora Dulcinea, mai più. Perdono.
Tu vedi, o Dulcinea, come io difenda
(O cara Dulcinea, quanto mi costi!)
diasi la lode e il merto.
Dorotea più non vede e più non teme
lodato il cielo e Dulcinea. Regina,
A Dulcinea. Vieni ad armarmi.
Questo dovea ne le tue vene immerso
esser doveano i primi frutti.
Partì Lucinda e Dorotea mi arresta.
Sì, Dorotea ti arresta; ella ti parla;
(Dulcinea, non lasciarmi).
(Eccone un’altra). Io Dulcinea sol amo.
né dovea più tornavi. Ah! Don Chisciotte,
d’un illustre imeneo teco accoppiarmi.
Dorotea ben si adatta al preso impegno. (A Lucinda)
a Dulcinea che del Toboso è il giglio;
Lo bacierei ma Dulcinea non vuole. (A Dorotea)
(Or tempo è, Dulcinea, di rinforzarmi).
Che piacevole idea! (A Fernando)
Mi tragge al riso. (A Lucinda)
ma del nostro imeneo già fatto è ’l groppo.
rare avventure o buone o ree provai
Io sono Dorotea, sposa a Fernando.
Eh! Questa è Dorotea, la sposa mia.
né diedi il foglio a la tua dea villana.