Beltà e virtude in te crescean con gl’anni,
che potea farti illustre; e già mirarti
a me parea sul perso trono assisa.
sposa a Teodosio e imperatrice or sei.
A Teodosio piacer fia di quest’alma
sia di Teodosio il vero bene. A lui
questo sia il primo frutto, amar Teodosio,
di Teodosio all’amor, d’Eudossa al merto.
caler ti dee d’un misero vassallo,
a Teodosio dirò, dirò all’impero,
che sia reo il mio silenzio,
cieca resista. Ad imeneo più illustre
Riedi a Teodosio; ei sappia
sarian paghi i miei voti.
Regna Varane ov’è Teodosio. Probo
Sire... (Mi manca il cor).
che in Atene io vivea, non era Eudossa;
ad un amor che ti facea regina?
quando invidia dovea, svegli pietade.
S’Eudossa è rea, dov’è innocenza in terra?
Ah Teodosio! Ah fratel, per cieco affetto
D’ogni idea si fa un rischio,
stringer volea. Qui viene il duce. Affetti,
Reo lo vuol tua beltà, reo la sua stella.
né la colpa né il reo. Fin che mel taci,
io riponea tutto il mio ben; ma poco
quest’aurea gemma; a quello
mi ti togliea per sempre. A tempo ancora
volea farti il mio cor. Forse non senza
Ei così dee soffrir. Probo, tu intanto
Ma Teodosio è il mio re... Che fo?... Che dico?
Signor, che dir poss’io? Quell’aurea gemma
Ma Teodosio non son, non sono augusto,
scelsi qual più dovea. Mai sì tranquilla
Quella, che già mi amò sposa a Teodosio,
e l’amor di Teodosio e il mio dovere.
Ferma, Teodosio, ascolta.
ne avrà Teodosio? Io qual vergogna ed onta?
più di quel ch’io volea, forse ti disse.
Ah, Teodosio! Ah, signor...
la trae fuor di Bisanzio...
Egli ne avea l’amor, ne avea la fede;
chiudea non casta fiamma? E che, ripiena
Ma l’aurea gemma è di Varane. A lui
non reo, quantunque ad onta
Son reo, son empio, traditor, iniquo,
Oprai ciò che dovea. Fuor di Bisanzio
Parla così l’eroe ma non l’amante.
tutto tentar potea, fuor che rapirla,
Tutto si obblii. Vuoi l’amistà d’augusto?
la più nobile idea della beltade