Metrica: interrogazione
59 sineresi in Costantino (Pariati) Venezia, Rossetti, 1711  (recitativo) 
vinse quel che m’ardea foco amoroso.
de l’eccelso imeneo recar le faci.
al trionfo ei volgea, più che al cimento.
che bramar io potea, per me è perduto.
Flavia ancor resti. Opri qual dee ciascuno;
Di’, che potea mia fé contro la forza
l’amor mio che potea? Da te lontano
Innocente il depose e reo v’aspira.
son perfida, son rea. Fuggo un delitto
Era del colpo un reo. Fosse pietade,
                      Si punisca.
                                             (Ahi! Qual tormento!)
Deessi men d’un diadema a quella fronte? (A Leone)
Siasi. La sua incostanza è gloria mia.
la tua, la tua dee vendicarsi. Il trono,
Quanto dir io dovea tutto già dissi.
Se ’l nieghi, il foglio è reo, tu rea con esso.
                                                Onde l’avesti?
a te potrian toglier lo sposo. In questo
Io col chiamarti rea tanto ti offendo?
                  Che dir potrai?
                                                Che rea non sono.
                                                           Scrisse.
                         Che può dir?
                                                   Se rea son io.
altra perfidia a l’empia idea che questa.
toglier potrian l’ombre vicine? Al colpo
Vedi se rea tu sei. Sien le tue stanze
Tu rea mi vuoi? Pazienza. Almen più giusto...
chi in te l’avea? Trar del tuo fallo a parte
E ben Fausta il compia. Perché nascosto
e chiamandosi rea, sa ch’è innocente.
o reo n’è ’l duce e tu pur rea con esso.
Più soffrir non si dee da’ falli altrui
del tuo augusto e del mio. Reo già mi rende,
signor, la gloria mia. Reo quel rifiuto
Salva Licinio; e di’ che il reo son io.
già l’addita men rea. Mora l’indegno,
No no, signor. Dacché tu rea mi fai,
anzi che moglie rea, figlia crudele.
di Costantino. Un reo più forte io veggio.
non perché reo, perché innocente; ed io,
son rea se il taccio. Inique stelle, avete
d’Amore e d’Imeneo, per voi risplenda...
Licinio udisti. Ei ti fe’ rea. Tu stessa
Parti, signor. Se poi la rea che credi
                         Leon, nella gran piazza
che tace il reo, tutte l’insidie espongo.
non quella del mio onor. Col reo tacesti
Non bastava Licinio? Un reo peggiore,
la rea, che in te ritrovo, in te condanno.
Come? Rea farmi vuoi de la tua colpa?
ti finsi reo. Vieni a salvar l’impero.
e volea qui la mia, poi la tua morte.

Notice: Undefined index: metrica in /home/apostolo/domains/apostolozeno.it/public_html/library/opera/controllers/Metrica/queryAction.php on line 8

Notice: Trying to access array offset on value of type null in /home/apostolo/domains/apostolozeno.it/public_html/library/opera/controllers/Metrica/queryAction.php on line 8