ch’Aprio stringea morendo. In mano al figlio
questi aggiugni in trofeo di tua beltade.
uomo traea di già matura etade.
E più ’l sarò con l’imeneo vicino.
Alor che io la temea, mi finse amante
e bella mi piacea. Poiché impotenti
far ti potrà quanto potea Sesostri.
Siegui. Tu reo sei del mio figlio ucciso?
In libertà son le tue furie e sieno
Ma intendo. Chi esser dee sposa del padre
Posso tradir l’idea del fallo;
ma tradir non degg’io del reo la vita.
Vedi che rea col reo ti fa il tacere.
Quanto potea disse Artenice.
A che più cerco il reo? Già l’ho in Nitocri.
d’imeneo stringerà fra le catene.
Che? Fia colpa l’amor? Rea la pietade?
Pietà, che gli empi assolve, è rea con essi;
Non son reo, non son empio.
non reo, non empio io dissi;
la colpa è tua. Tu l’empio, il reo tu sei.
Il reo tu sei; ma più del reo infelice
me non empio e non reo forse vedrai.
siane ’l tuo cor. Ben lo ravviso. Ei tinto
fosse l’idea. Tremane, o sire. Io parto.
sire, il tumulto. A l’imeneo felice
Con la vittima rea colà ti attendo;
tuo sposo esser dovea. Lo so; e al tuo duolo
ambo dovea? Per me tu a morte? Ah! Questa
(Barbara idea!) Poi sorgerà d’amore
Ei di tre colpe è reo. Mi uccise il figlio,
per te de l’ire mie fia reo Fanete.
che Sesostri cingea? Sugli occhi tuoi
Tanto si dee di questi fidi al zelo.