che non sieno compiti e non sien grandi.
Tutto anzi deve al forte.
«quest’aurea gemma». Io qui ne serbo il dono. (Mostrando un scattolino d’oro)
L’aurea gemma rimira e lo saprai.
Io cercava il mio sole e l’avea meco.
misero più che reo, chieggo a’ tuoi piedi.
l’Asia potea, Roma, la terra; il solo
Decio non lo potea. Gli dei giurati,
è rea talvolta od è nociva.
formato da l’idea, non da l’oggetto.
Temea ma non amava alor Palmira.
e la cagione e ’l reo presenti io veggio.
un reale imeneo le sacre tede.
e mi trovo più rea, dacché ravviso
Frenar nol dee che la vendetta.
la gloria de l’idea, se non de l’opra.
col non crederti rea del suo delitto.
dee vedermi Zenobia? Io pugnar seco,
dono, signore, il reo Farnace.
del magnanimo Decio il reo concedo.
Temer ti convenia pria di oltraggiarmi
Bella, non più. Reo vuoi ch’io sia? Reo sono.
degno oggetto e trofeo del tuo valore.
che ministra esser dee del tuo godere.