cangiata in caduceo l’asta guerriera,
sieno spose a’ tuoi figli. Il mio Senato
(O Artaserse! O Cleomene! O me felice!
che reo de l’ire mie soffre il gastigo
sieno stragi e ruine, io ti detesto.
servir dee l’odio e non l’amor di guida.
d’amor spergiuro e d’imeneo fallace. (Comparisce la macchina della Pace e d’Imeneo)
se a te meno piacean questi occhi miei.
Siasi. Lo soffro in pace. Ah! Solo almeno
L’un d’essi è il reo, l’un d’essi,
(Quasi un cieco dolor mi avea tradita).
Me punisci innocente e ’l reo punisci.
Ah! Qual dei figli è ’l reo? Qual l’innocente?
Un amore, ch’è reo, sempre è infelice.
e reo per mia cagion, colui che adoro...
per chi arderan de l’imeneo le faci?
Io reo, signor, dell’esecrando eccesso?
Sian racchiusi, o soldati,
e poi la rea, cagion di tanto scempio,
ch’esser solea mio voto e mio contento,
e da te cerca il reo della congiura.
Rea sarò perché taccio il parricida?
Né ancora il reo mi sveli?
Se cerchi il reo, non lo dirò ma il vedi.
l’uno perché l’incolpi e reo lo chiami,
Qui rea la trovo e qui n’avrà le pene;
Addio. Giunge, non so se un reo, se un figlio.
credo in Idaspe il reo; ma da te voglio
Un trofeo femminile a la mia spada?
si vantava innocente, or reo si vanta.
Il reo sen mora; e ’l reo in entrambi io vedo.
e sian condotti a la prigion primiera.
Aspasia ch’è la rea, perché non more?
Un solo è ’l reo; due sono i figli; e quale,
Purché il reo si punisca, il giusto mora.
Purché non siano i figli rei.
Quei sarian morti e questi giunto invano,
non volea ’l padre estinto.