Venceslao sempre invitto, il di cui cenno
non dee lasciarmi ingrato.
che un reo vassallo arma di un re lo sdegno
meritar ben dovea miglior mercede.
non v’è cui nota, o Venceslao, non sia,
son reo. Lascia che almeno
Voglio esser reo né posso.
purgai quanto d’impuro avea ne l’alma.
Io mi credea che di Erenice al nodo
io moria per dolor de la tua morte.
Così Ernando, così dee sol morire.
amar potea l’un de’ tuoi figli?
coglier dovea; l’ora vicina e d’ombre
Venceslao vive e tu perdesti il padre.
(Mora il reo figlio, mora).
Son misero, son reo, son fratricida,
la sorte mia? Dovea morire...
che dee passar nel sen del figlio, ha prima
Al sol pensarvi io tremo,
Più Venceslao, più genitor non sono.
Sarò più reo, perché tu sii più giusto.
non reo ma generoso. Un cor vi porta
vivrò più reo? Dovrò la vita al vostro
non mai figlio rubel, non reo vassallo.
il popolo ti acclama. Io reo ti danno
destinate per me sieno tue glorie.