Metrica: interrogazione
42 sineresi in Venceslao Vienna, van Ghelen, 1725  (recitativo) 
che un reo vassallo arma di un re lo sdegno
                                            E poi?
                                                           Riparo
                                        Lo sa ’l tuo core.
meritar ben dovea miglior mercede.
non v’ha cui noto, o Venceslao, non sia,
Senza disio, senza speranza t’amo...
purgai quanto d’impuro avea ne l’alma.
Io mi credea che di Erenice al nodo
io moria per dolor de la tua morte.
Così Ernando, così dee sol morire.
amar potea l’un de’ tuoi figli?
                                                       Amore
coglier dovea. L’ora vicina e d’ombre
                                        Quando tu ’l sappia,
                        Ma reo.
                                         Natura offendi,
lo trova reo; nel suo delitto il trova
Venceslao vive e tu perdesti il padre.
                                               (O dei! Che pensa!)
Volea morto il rival. Ne ha colpa amore.
Son misero, son reo, son fratricida,
Passa a lieto imeneo da feral palco
non dee spiacerti. I mali tuoi nol fanno
                                                    Eh! Lascia
                                Parmi
                                  Al sol pensarvi io tremo,
Più Venceslao, più genitor non sono.
                            E senza
la notte è rea, più che il mio braccio. Ernando
ma rivale il credea. L’amor discolpa
Sarò più reo, perché tu sia più giusto.
vivrò più reo? Dovrò la vita al vostro
non mai figlio rubel, non reo vassallo.
il popolo ti acclama. Io reo ti danno
destinate per me, sieno tue glorie.

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