Metrica: interrogazione
32 sineresi in Venceslao Parma, Rosati, 1724  (recitativo) 
non dee lasciarmi ingrato.
che un reo vassallo arma d’un re lo sdegno
                                        Lo sa ’l tuo core.
meritar ben dovea miglior mercede.
ti convenia non meritarli, o duce,
non v’è cui nota, o Venceslao, non sia,
son reo. Lascia ch’almeno
purgai quanto d’impuro avea ne l’alma.
io moria per dolor de la tua morte.
Così Ernando, così dee sol morire.
aver dovea. L’ora vicina e d’ombre
                                      Quando tu ’l sappia,
                        Ma reo.
                                         Natura offendi,
Son misero, son reo, son fratricida,
la sorte mia? Dovea morire...
                                                      Eh, lascia
che dee passar nel sen del figlio, ha prima
                                Parmi
                                  A sol pensarvi i’ tremo,
Più Venceslao, più genitor non sono.
                            E senza
Sarò più reo, perché tu sii più giusto.
non reo ma generoso. Un cor vi porta
vivrò più reo? Dovrò la vita al vostro
non mai figlio rubel, non reo vassallo.
il popolo t’acclama. Io reo ti danno
destinate per me, sieno tue glorie.

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