Gl’inganni felici, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA XVII
 
 ARMIDORO
 
 ARMIDORO
 Fermati, idolo mio. Ma più del vento
930fuggi per non udir gli aspri miei guai.
 Maledette mie frodi,
 quando per ingannarmi io vi trovai.
 
    Vorria pur ridere
 de le mie lacrime
935il dio d’amor.
 
    Ma sento ancor ne l’alma
 la calma del contento
 in onta del dolor.
 
 Fine dell’atto secondo
 
 Ballo di giardinieri.