Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1709
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SCENA VI
ARTENICE
Non è più tempo, o affetti,
di languir oziosi e irresoluti.
Amor sia, sia ragion, salvisi Osiri.
E poi la mia virtude
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risolverà ciò che io gli debbo. È vero,
Sesostri egli svenò. D’Amasi è figlio;
ma ciò ch’or più mi tocca è ’l suo periglio.
Vo’ dar vita a chi è ’l mio bene
e poi forse io l’odierò.
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Ma se il cor non potrà odiarlo,
penerò per non amarlo
o in amarlo il tacerò.