Eumene, Venezia, Albrizzi, 1697

 SCENA VI
 
 ANTIGENE
 
 ANTIGENE
 Antigene, ove corri? Alorch’Eumene
 su la tua fé riposa,
 potrai tradirlo? E perderai vilmente
 il tuo duce, il tuo amico ed il tuo onore?
130Ferma e più saggio... Ah, nol consente amore.
 Artemisia, tu sola
 hai corrotto il mio cuor, la mia innocenza.
 Soffrir poss’io che tu sia d’altri? Eumene
 avrà con la vittoria i tuoi sponsali?
135E l’ozio mio n’affretterà quel nodo?...
 Ite, vani timori; e perché sciolto
 sia l’ingiusto imeneo, tutto si perda.
 Chi sa poi che Artemisia
 non arrida a’ miei voti?
140Vanne, Antigene, affretta
 le tue dolci speranze. I tuoi delitti
 avran facil perdono,
 che i delitti d’amor colpe non sono.
 
    Un cuor non fa delitto,
145se vago d’un bel volto
 ordisce inganni.
 
    La colpa è sol d’amor
 che insegna al cuore afflitto
 a uscir d’affanni.