Eumene, Venezia, Albrizzi, 1697

 SCENA II
 
 ARTEMISIA ed EUMENE
 
 ARTEMISIA
 Gran duce.
 EUMENE
                        Mia regina.
 ARTEMISIA
 A’ sicuri trionfi
25il tuo valor ti chiama ed il mio cuore
 a’ vicini sponsali. In un sol giorno
 un’illustre vittoria
 porterà nel tuo seno
 il piacer de l’amore e de la gloria.
 EUMENE
30Quando il cuor d’Artemisia
 a le mie fiamme arride, ogni periglio
 m’è facile conquista; e la mercede
 par che tolga col prezzo
 il merto a’ miei trionfi e a la mia fede.
 ARTEMISIA
35Anch’io bramo un acquisto,
 che dia fine a’ tuoi rischi, a’ miei timori,
 e co’ prieghi l’affretto a’ patrii numi.
 Ma se permetti, Eumene,
 ch’io parli a te con libertà...
 EUMENE
                                                    M’offendi,
40se m’ascondi il tuo cuor.
 ARTEMISIA
                                               Temo.
 EUMENE
                                                             Che mai?
 ARTEMISIA
 Temo Eumene in Eumene; e mi spaventa
 quell’ardor generoso
 che sovente il trasporta
 la dubbia sorte a provocar de l’armi.
45Deh, signor, se pur m’ami,
 risparmia a’ miei timori
 una vita sì cara. Assai facesti
 per te, per la tua gloria.
 EUMENE
 Nulla feci, o regina,
50se la città ostinata ancor non cede.
 ARTEMISIA
 Cederà.
 EUMENE
                  E ’l nuovo sole
 testimonio sarà de la grand’opra.
 ARTEMISIA
 Dove certo è ’l trionfo,
 pugni la venal plebe,
55pugni il braccio servil; ma in te, mio duce,
 tutti conserva; e tuo maggior trionfo
 l’assicurar sia d’Artemisia ’l cuore
 che debellar pugnando
 una città già al suo cader vicina.
 EUMENE
60Va’, non temer; trionferò, regina.
 ARTEMISIA
 
    Come? Perché non vuoi
 ch’io tema i rischi tuoi
 se, quando a pugnar vai,
 nulla de l’alma mia
65lasci con me?
 
    Deh, se un nobil desio
 trasporta il tuo gran cuor,
 abbi pietà del mio
 che vive in te.