Antioco (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XVIII
 
 ANTIOCO e STRATONICA
 
 ANTIOCO
 Un sol momento ancor soffri, o regina.
 STRATONICA
 Son vinta e qui mi rendo.
 ANTIOCO
440Soffri le voci mie, soffri i miei sguardi.
 STRATONICA
 Sorgi, Antioco, deh sorgi.
 ANTIOCO
 Ben leggo ne’ tuoi lumi
 l’orror ch’hai di vedermi. Io veggo l’ira
 in quel pallor che ti sorprende e turba;
445ma questo è alfin l’ultimo onor che chiedo,
 l’ultimo addio che porgo. Io già per sempre
 ti lascio il regno e il genitor; ma, oh dio!
 pria vengo a dirti addio per sempre. Addio.
 STRATONICA
 A che vieni, o crudel? Vieni a dar forse
450un piacer al tuo cor co’ mali miei?
 Vanne, infedel. Venga pur teco Argene.
 ANTIOCO
 Quanto più del tuo sdegno
 mi offende il tuo sospetto!
 Per non esser d’altrui, perché non posso
455esser più tuo, parto, regina, io parto.
 STRATONICA
 Che?
 ANTIOCO
             Ma col core istesso
 che una volta ti diedi, io da te parto.
 STRATONICA
 Oimè!
 ANTIOCO
                Nel mesto addio te almen lasciassi
 così fedel, come fedel ti lascio.
 STRATONICA
460Son morta.
 ANTIOCO
                        No, regina, ama Seleuco
 Scordati Antioco. È crudeltà che voglia
 torti tante grandezze
 l’amor di un infelice.
 Né a te più amar né a me sperar più lice.
 STRATONICA
465Non più, Antioco, non più. Credo al tuo core
 e tu pur credi al mio. Tu mi ami, io t’amo.
 Egualmente fu vano
 il tuo sospetto e il mio;
 tu a me fedel, fida ti sono anch’io.
 ANTIOCO
470Mia regina...
 STRATONICA
                           Mio prence...
 ANTIOCO
 Certo dell’amor tuo...
 STRATONICA
 Certa della tua fede...
 ANTIOCO
 E pur deggio partir?...
 STRATONICA
                                           Devi lasciarmi?
 Ma chi ti astringe?
 ANTIOCO
                                     Amor, rispetto e fato.
475Ho per rivale un padre;
 come il posso odiar? Come soffrirlo
 tenero figlio e sviscerato amante?
 STRATONICA
 Crudelissima legge!
 ANTIOCO
 Regina, addio. Ma se tu piangi, io resto.
480Lascia ch’io parta e poi... No, troppo chiedo.
 Vivi pur lieta, vivi
 col genitor che mi ti toglie. Vivi
 e, solo allor che la mia morte udrai,
 per pietà del mio duolo,
485donami un sol sospiro, un pianto solo.
 STRATONICA
 No, Antioco, tu vivrai. Vivrai, se m’ami.
 Benché lontano io ti amerò, che dee
 chi una volta ti amò per sempre amarti.
 Ahi, che promisi? Vanne.
490Vanne. Già sai che t’amo; amami e parti.
 STRATONICA
 
    Sì, cor mio, sì, dimmi
                                               addio...
 ANTIOCO
 Sì, mio cor, vo’ dirti
 
 A DUE
 
                                 tuo
 Pria ch’io mora al          partir.
                                 mio
 
    Il voler restar in vita
 
                      tua
 dopo l’aspra         partita
                      mia
 
495è un desio di più morir.
 
 Il fine dell’atto primo