Antioco (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XI
 
 STRATONICA e ANTIOCO
 
 ANTIOCO
245(Mio cor, convien morir).
 STRATONICA
                                                 (Non ho più spene).
 ANTIOCO
 Con Seleuco gioir?
 STRATONICA
                                     La man di Argene?
 ANTIOCO
 Tu consigliasti, e con che forza, o cruda.
 STRATONICA
 Sì faconda son io? Così eloquente?
 ANTIOCO
 Parlasti qual regina.
 STRATONICA
250T’intendo. Tu infedel mi porti al soglio.
 ANTIOCO
 Non aggiunger più duolo alle mie pene.
 Io infedel?
 STRATONICA
                       Lo dirà la man di Argene.
 Parto, perché soffrir te più non deggio.
 Sento che più mi vince ogni dimora.
255Il mio sdegno è all’estremo. Ingrato, io parto.
 Deh, come t’odio anch’io, tu m’odia ancora.
 
    Odiami col mio sdegno;
 e il tuo, come il mio petto,
 arda di crudeltà.
 
260   Così crudel ti voglio;
 e più di ogni altro affetto
 del tuo furor l’orgoglio
 così mi piacerà.