Antioco (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 ARGOMENTO
 
    Antioco, figliuolo di Seleuco, re della Siria, amò nella reggia di Demetrio, re della Macedonia, la principessa Stratonica, figliuola di questo monarca, e ne fu teneramente riamato. Accesasi dipoi fra questi due potentati la guerra, convenne ad Antioco ritornarsene al padre e nascondergli il suo amore sinché, con la pace che fra di loro si strinse, restarono stabilite le nozze tra Seleuco e Stratonica e tra Antioco ed Argene, figliuola del re di Lidia confederato a Seleuco. Giunte queste due spose in Seleucia, Stratonica ebbe motivo di stimare infedele Antioco, per la bellezza di Argene, e questi di credere incostante Stratonica per l’ambizione del regno; onde in lui, prima per gelosia e poi per amore, si destò una sì forte passione che, cadendo di deliquio in deliquio, fu vicino a morirne; cosicché la storia ci rappresenta in Antioco il carattere di un amante il più appassionato di ogni altro. Il padre, che da tutt’altro sospettava procedere il suo mortal dolore che dall’amor di Stratonica, non trascurò cos’alcuna per discoprirne l’origine e, dopo vari inutili tentativi, penetratone il vero, si contentò, per non perdere il figliuolo, di perdere la sposa, quantunque da lui amata all’eccesso, e di rinunziarla ad Antioco.
    Questa storia, ch’è riferita da Appiano alessandrino nel suo libro De bello sirio, è così nota a ciascuno che stimo superfluo il darne maggior notizia. Egli è ben vero che il modo per cui Seleuco venne in cognizione dell’affetto d’Antioco è diversamente narrato dallo storico sopraddetto; ma ho stimato potermi prender la libertà di cangiarlo senza incorrere in alcun biasimo, mentre si sa ch’egli è lecito l’alterare i mezzi, purché il fine riesca il medesimo; del che, per non uscire dell’argomento, ho l’esempio in Chinò ed in Tommaso Cornelio, ottimi tragici della Francia, i quali differentemente, dopo molti altri, han trattato questo soggetto ed ambi con egual lode.
    A questi amori di Antioco che fanno il principal della favola, ho aggiunto qualche altro motivo parimente storico e preso dallo stesso sopraccitato Appiano. Tolomeo, principe dell’Egitto, visse gran tempo in corte del re Seleuco e fu quel Tolomeo per soprannome Ceraunio che, dopo vari benefizi da lui ricevuti, gli fu sì sconoscente e nimico.
    I Fenici altresì ribellaronsi al re Seleuco, come pure i Medi; il che si accenna alla scena XV dell’atto primo. I primi dipoi, pentiti della loro sollevazione e temendone il castigo, spedirono un’ambasciata a Seleuco, capo della quale fu Arsace, figliuol di Scitalce, ch’era un de’ primi signori della Fenicia, giovane virtuoso ma incauto ed amico di Antioco, col quale era stato nella Macedonia, confidente ne’ suoi amori.
    La scena in cui si rappresenta il dramma è in Seleucia, città della Siria vicina al mare, la qual prese il nome dal suddetto Seleuco che la fondò, benché questi ne fondasse un’altra dello stesso nome appresso del fiume Tigri.
    Se poi tutto ciò che in questo argomento contiensi non fu qual viene rappresentato, poté tuttavolta esser tale. Uno de’ privilegi della poesia è il confonder la favola con la storia e il fare in maniera che non si distingua il vero, perché sia creduto anche il falso.