Antioco (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA VII
 
 ANTIOCO, STRATONICA
 
 ANTIOCO
 
    Ritorna con l’aprile al prato il riso;
 e torna al tuo bel viso in gioia il core.
 
    Nel prato ride il fiore e ’l gel si scioglie;
1200nel cor mancan le doglie e gode amore.
 
 STRATONICA
 Gioia crudel!
 ANTIOCO
                           Regina,
 che pianto è quel? Qual n’è la fonte?
 STRATONICA
                                                                    Antioco...
 ANTIOCO
 Anima mia, piangi, sospiri e taci?
 O facondi sospiri!
1205O lagrime eloquenti! In voi già tutto
 a chiare note il mio destino ho scorto;
 se Stratonica piange, Antioco è morto.
 STRATONICA
 Al misero è pur lieve
 indovinar la sua sciagura. Deve
1210il mio Antioco morir. Decreto iniquo!
 Un genitor l’impone.
 Un’amante lo reca; ed oh con quanto
 di pena il reca! Amor tel dica e ’l pianto.
 ANTIOCO
 Deve Antioco morire?
1215E morire innocente?
 Nel fior degli anni e de la gloria? O stelle!
 V’è chi ’l comanda? E v’è chi ’l soffre? Ingrato
 popolo, ingrato regno,
 condannato è ’l tuo prence e nol difendi?
1220Non lo difende il ciel? Non l’innocenza?
 Ingiusta legge! Barbara sentenza!
 Ma che dissi innocenza? È mia gran colpa
 l’amor...
 STRATONICA
                   No, mio diletto,
 non l’amor tuo ma ti condanna Arsace.
 ANTIOCO
1225Arsace?
 STRATONICA
                  Il suo poc’anzi
 tentato parricidio a te si ascrive.
 ANTIOCO
 Questo solo mancava
 a le sciagure mie, morire infame.
 Amabil vita, a te lo giuro e a’ numi,
1230moro e moro innocente.
 Tu ne assicura il genitore e sia
 la tua cura maggior la gloria mia.
 STRATONICA
 Io che a te sopravviva?
 ANTIOCO
                                            E possa il cielo
 ciò che toglie a’ miei dì, crescere a’ tuoi.
1235Che se, dopo il mio fato,
 del tuo fedele Antioco
 la memoria amar vuoi, l’ama nel padre.
 Nol riguardar, ten priego,
 qual carnefice mio ma qual tuo sposo.
1240E s’egli mai geloso
 tra’ dolci abbracciamenti
 il pudico amor mio ti rinfacciasse,
 digli, sì, che ti amai; ma digli ancora
 che sin ne la tua reggia,
1245pria d’averlo rival, nacque il mio foco.
 Digli che la mia fuga era rispetto,
 non fellonia. Di’ che i miei voti estremi
 fur di amante per te, per lui di figlio.
 Morto ei non m’odi e tu vi aggiugni i prieghi
1250che a le ceneri mie pace non nieghi.
 STRATONICA
 Principe amante ed infelice, addio.
 A Seleuco men vado.
 Perché tutto dispero, ardisco tutto.
 Pregherò, piagnerò. Tutti i confini
1255passerò del dolore; e un amor forte
 otterrà la tua vita o la mia morte.
 ANTIOCO
 
    No, Stratonica, ascolta.
 
 STRATONICA
 
    Non ascolto che un amore
 generoso o disperato.
 
1260   Il più fier del mio dolore
 è il timor di farlo ingrato.
 
 ANTIOCO
 
    No, Stratonica, ascolta.