Antioco (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA XII
 
 ARSACE, ANTIOCO
 
 ARSACE
 Qual morte? Hai teco Arsace.
 ANTIOCO
 Che fai? Che pensi? A qual cimento esponi
775l’intempestivo ardire?
 ARSACE
 Vo’ d’un padre crudel sottrarti a l’ire.
 ANTIOCO
 Taci. Giusto è Seleuco.
 ARSACE
                                            E giusto nIega
 a’ miei pietade e te qui arresta?
 ANTIOCO
                                                             Umile
 ne adoro i cenni e ’l mio destin ne attendo.
 ARSACE
780Andiam. Da’ miei fenici,
 che già Meraspe entro la reggia accolse,
 avrai difesa e scorta.
 ANTIOCO
 Parti, che qui a momenti
 giugner deve Seleuco; o per salvarti
785da lo sdegno real qui ti nascondi.
 ARSACE
 
    È mio zelo il tuo periglio;
 nel tuo ciglio
 si risveglia il mio valor.
 
    Sol per te quest’alma teme;
790per te spera la mia speme;
 il tuo duolo è mio dolor. (Si ritira)