Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA XVI
 
 IDASPE, SPIRIDATE
 
 SPIRIDATE
920Deh, come alor che a me la man porgesti,
 come l’alma non disse:
 «Ella è la man d’un traditor»?
 IDASPE
                                                         Deh come,
 quando al sen mi stringesti,
 non disse l’alma: «Un empio cor v’alberga»?
 SPIRIDATE
925O fé tradita!
 IDASPE
                          O misera innocenza!
 SPIRIDATE
 Tu innocenza?
 IDASPE
                              Tu fede?
 SPIRIDATE
                                                 Aspasia il dica.
 IDASPE
 Non nominar quella crudel nemica.
 
    Non ricordarti più
 quella fatal beltà.
 
930   Per meritar mercé
 in te morì la fé,
 nacque la crudeltà.
 
 SPIRIDATE
 Vanne pur. La tua vista,
 ch’esser solea mio voto e mio contento,
935si cangiò per tua colpa in mio tormento.
 
    Vibra pure
 ostinate le sventure
 su quest’alma, irato ciel.
 
    Mi condanni il padre a torto,
940il fratel mi voglia morto,
 il mio ben mi sia crudel.