Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA XIII
 
 AGAMIRA e CLEOMENE
 
 AGAMIRA
 Tal morì Arsace. A lui,
 non la pietà, chiuse la morte il labbro.
 Il re sa che un suo figlio
 è traditor. Tu gli se’ ignoto e tutta
815sopra i rivali tuoi cade la colpa.
 CLEOMENE
 Innocenti fratelli!
 AGAMIRA
                                   E d’ambi farsi
 qui l’esame dovrà, qui la sentenza.
 CLEOMENE
 Ed io sarò de la lor pena ingiusta
 l’autor?
 AGAMIRA
                  L’autor n’è ’l caso
820che felici ne vuol, senza esser rei.
 CLEOMENE
 Cruda felicità!
 AGAMIRA
                              Vile che sei.
 Così ami Aspasia? I tuoi rivali estinti,
 per chi arderan de l’imeneo le faci?
 CLEOMENE
 Con questa speme, alma t’acheta e taci.
 
825   Per goder un ben sì caro,
 più leggier mi par l’error.
 
    E sperando almeno imparo
 ad averne men rossor.