Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA X
 
 ASPASIA, IDASPE e SPIRIDATE
 
 ASPASIA
 Principi, io deggio a voi, benché non pieno,
 però dolce il piacer de la vendetta.
 IDASPE
 Che parli?
 SPIRIDATE
                       Che ti sogni?
 ASPASIA
775Al mio piede il tuo amor così si sveni. (A Idaspe)
 Sì, tutto il foco tuo così s’estingua. (A Spiridate)
 Questo sì è cor di amante.
 Or dite, qual di voi vuol la mercede?
 SPIRIDATE
 Chi nulla meritò, premio non chiede.
 
780   Più m’è grata
 l’innocenza sfortunata
 che una rea felicità.
 
    È sciagura la ventura,
 quando costa una impietà.