Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA XII
 
 SPIRIDATE, poi BERENICE
 
 SPIRIDATE
445Oh ferro! Oh rio stromento (Guardando lo stilo)
 d’un colpevole amor, con questa destra... (Corre a torlo dal trono)
 BERENICE
 Che tenti, Spiridate?
 In te stesso infierir?
 SPIRIDATE
                                        Tormi dagli occhi
 un orribile oggetto, un fatal dono.
450Vanne, acciaro crudel, vanne e ti segua
 la memoria d’Aspasia
 e de l’averla amata il pentimento.
 BERENICE
 Amasti Aspasia? (Io son gelosa, il sento). (A parte)
 SPIRIDATE
 Berenice, io la perdo.
 BERENICE
455Te la toglie il fratel?
 SPIRIDATE
                                       No, la ragione;
 e in perder lei l’alma m’è quasi uscita.
 BERENICE
 Piango al tuo pianto, o prence.
 (Deh, perché non mi lice il dir: «Mia vita»).
 SPIRIDATE
 Troppo pietosa sei verso il mio core.
 BERENICE
460Mi fa pietosa... (Il vo’ dir piano: «Amore»).
 Ma più non ami Aspasia?
 SPIRIDATE
 
    Fu sinora il suo bel nome
 dolce oggetto del mio affetto
 e del sen delizia cara
 
465   fu sinora; or non so come
 mi dà pena, mi avvelena
 con memoria troppo amara.