Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA IV
 
 BERENICE dai padiglioni, con seguito di persiani
 
 BERENICE
 Quanto sei cara a Berenice, o pace!
 Pur rivedrotti, Aspasia,
105te cui mi stringe alta ragion di sangue.
 E vedrò, dillo pur, dillo, cor mio,
 e vedrò Spiridate,
 mio dolce vincitor, caro nemico,
 Spiridate che adoro
110dal momento primier che fui sua preda.
 Ecco il giorno ch’io ceda,
 tolto l’orrore a la mia sorte. Adesso
 con più di libertà sperar mi giova.
 Adesso, Berenice,
115con più di speme il sospirar ti lice.
 
    Oggi volate, sì,
 al bel che m’invaghì,
 sospiri nel mio sen.
 
    Sì, volate e non tornate,
120se con voi
 un de’ suoi non viene almen.