Pirro, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IV
 
 ELLENIA e GLAUCIA
 
 GLAUCIA
 Sposa diletta...
 ELLENIA
                              Glaucia,
805più non risuoni sul tuo labbro un nome
 tanto da me abborrito.
 GLAUCIA
 Qual cangiamento?
 ELLENIA
                                      Taci;
 né mi chieder ragion su’ miei affetti.
 GLAUCIA
 Pur poc’anzi la fede...
 ELLENIA
810Il genitor la serbi. Ei te la diede.
 GLAUCIA
 Dunque, infedele...
 ELLENIA
                                      Assolvi
 la sofferenza mia da’ tuoi lamenti.
 Ti divieto il lagnarti
 ma più l’amarmi; e se giammai tu ardisci
815esporre offeso al genitore il torto,
 per le mie man cadrai trafitto e morto.
 
    Saper che già ti amai
 ti basti per goder.
 
    Non più nel rimirarlo
820mi piace il tuo sembiante.
 Io tornerò ad amarlo,
 s’ei tornerà a piacer.