Gl’inganni felici, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA III
 
 ARBANTE
 
 ARBANTE
 Bel campo mi si addita
 a pro del mio signor che, quando sono
 di vantaggio al suo prence, i tradimenti
 perdono il nome; e son virtù, non colpe;
520o se pur colpe son, sono innocenti.
 
    Talora le frodi
 son pegno di fé.
 
    Al sen perché annodi
 l’amabile oggetto,
525Orgonte diletto,
 le tramo per te.