Pirro, Venezia, Rossetti, 1704

 SCENA III
 
 PIRRO, ARIDEO
 
 PIRRO
 Prence, se’ mio rival; se’ mio nemico.
 Odiami; nol detesto.
 Cerca pur la mia morte; io nol condanno;
 ma da prence la cerca e non da iniquo.
1260Contendimi un trofeo sul cor d’Ismene
 con virtù, non con frode.
 T’ho in mio poter; ma la real tua destra
 di ceppi io non aggravo.
 Mio nemico ti voglio e non mio schiavo.
1265Ecco il ferro, ecco il campo.
 Con quanto hai di poter pugna, ferisci;
 armati del tuo amore e del tuo sdegno
 e renditi così rival più degno.
 ARIDEO
 Pirro, hai già vinto; e l’odio di Arideo
1270il non ultimo fia de’ tuoi trionfi.
 Tu m’offri libertade ed io l’accetto
 e quasi in accettarlo il don ti rendo.
 Principe, addio. Liberator mi fosti;
 nemico ti rifiuto. Al tuo valore,
1275o rival fortunato,
 saria facil trionfo un core ingrato.
 
    Serva per tuo riposo
 l’amore a la virtù.
 
    Per non parerti ingrato
1280sarò più generoso
 ma sfortunato più.