Pirro, Venezia, Rossetti, 1704

 SCENA PRIMA
 
 ARIDEO e DEMETRIO
 
 ARIDEO
 Dunque per Pirro a ricercar tu vieni?...
 DEMETRIO
 D’Ismene il nodo.
 ARIDEO
                                    Ed in tal uso impieghi
360la libertà, la vita
 ch’io ti serbai? Tal guiderdon mi rendi?
 DEMETRIO
 Che far poss’io?
 ARIDEO
                                Tutto in mio pro.
 DEMETRIO
                                                                 Ma come?
 ARIDEO
 In isposa di Pirro al re mio padre
 Ellenia chiedi e non Ismene.
 DEMETRIO
                                                       Ah! Prence,
365il mio re tradirei.
 ARIDEO
                                   Che tradimento?
 Che tuo re? Nostro regno
 è l’Asia ove se’ nato.
 Pirro è solo un mio suddito, un ribello,
 uom per audacia invitto
370e che dee la sua sorte al suo delitto.
 DEMETRIO
 Ma la fede?
 ARIDEO
                         Rammenta
 che a me pur la giurasti.
 DEMETRIO
 E l’onor mio?
 ARIDEO
                            Del volgo
 ride i latrati alma che i voti innalza
375oltre il comun destino.
 DEMETRIO
 Sarà un giorno mia morte
 l’inganno mio.
 ARIDEO
                              Che temi,
 se in tua difesa io sono,
 io di più regni, io di più regi erede?
  DEMETRIO
380(Vi sento, sì, vi sento,
 fieri affetti del cor). Prence, Arideo,
 tutto, tutto il poter di cui ti onori
 a debellar non basta i miei timori.
 Sacrificar ti deggio
385vittime non volgari,
 il riposo de l’Asia,
 la libertà d’Ismene,
 i contenti di Pirro,
 la mia fede, il mio onore.
390È sventura di molti un solo eccesso.
 Per te tutti tradisco e più me stesso.
 ARIDEO
 Non è lontano il genitor. Per vano
 terror non perder la tua sorte; o temi
 ciò che temer più dei,
395la sconoscenza tua, gli sdegni miei.
 DEMETRIO
 
    Farò ciò che chiedi
 né ingrato sarò.
 
    Al cieco tuo amore
 la fede e l’onore
400svenar già dovrò. (Si ritira nell’antisala)