Aminta, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 EURIDICE
 
 EURIDICE
 Che facesti, Euridice,
 cieca nell’ira tua? Ti consigliasti
 ben col tuo cor, quando a sì duro esiglio
590dannar potesti ’l tuo pentito Aminta?
 Torna, Aminta, ritorna.
 Ti scacciò il labbro, or ti richiama il core.
 Vien, dell’empia sentenza
 la vendetta a mirar nel mio dolore.
 
595   Tortorella in tua favella
 talor chiami ’l tuo diletto
 e dal nido o pur dal ramo
 dolcemente ei ti risponde.
 
    Io, crudel, quando a me viene,
600da me scaccio il caro bene;
 se poi ’l cerco e lo richiamo,
 ei non sente o mi si asconde.