Aminta, Firenze, Vangelisti, 1703

 SCENA XXIV
 
 ELPINO e detta
 
 ELPINO
 Che avete, o mia diletta
1115consorte, e quale sdegno
 offusca il bel sereno
 del ciel del vostro bello,
 in quali nubi è involto
 quel sol che m’innamora?
 ALCEA
1120Ci mancavi tu ancora,
 mostaccio d’assiolo, a entrarmi in tasca.
 ELPINO
 Si può di dove nasca
 saper, vaga donzella,
 tanta furia e rovella?
 ALCEA
1125Sai tu quel ch’io ti dico, esca di casa
 adesso in questo punto, in quest’istante,
 ora in questo momento,
 e fugga come il vento
 Silvio, quel sudiciolo
1130malcreato, villano e mariolo.
 ELPINO
 Alcea, come poss’io
 licenziar quel galante e bel fanciullo,
 tuo diletto e trastullo?
 Eh via, quest’ira affrena;
1135che forse gelosia
 per lui ti dà tal pena?
 ALCEA
 Il malan che ti dia.
 Esca Silvio di casa.
 ELPINO
 E Celia?
 ALCEA
                   E Celia ancora
1140sen vada alla malora;
 e tu, vecchio sgraziato
 che ne se’ innamorato,
 corrile dietro e fattene satollo,
 che tu ti rompa il collo.
 ELPINO
1145Sì che siam licenziati tutti quanti,
 o sventurati amanti.
 Orsù v’obbedirò
 e quel che voglio fare or ti dirò.
 Silvio non se n’andrà
1150e Celia ci verrà,
 Alcea starassi cheta
 e, se vorrà parlare oltre il dovere
 e far l’impertinente e la dottora,
 sarà la prima lei ad uscir fuora.
 ALCEA
1155Io prima ad uscir fuora? Elpin, sei cotto.
 ELPINO
 
    Ti tirerò un ceffone,
 t’infrangerò quel muso.
 
 ALCEA
 
 Tu sei pazzo, io ti schifo,
 Silvio non ci starà.
 
 ELPINO
 
1160Alcea se n’anderà.
 
 ALCEA
 
    Celia starà lontana.
 
 ELPINO
 
 Sì tu, brutta befana.
 
 ALCEA
 
 Tutti se n’andran via.
 
 ELPINO
 
 Sì, tu di casa mia.
 
 A DUE
 
 ALCEA
 
1165Io non voglio...
 
 ELPINO
 
                              Ce la voglio...
 
 ALCEA
 
 Questa gente impertinente.
 
 ELPINO
 
 Tal brigata sì garbata.
 
 ALCEA
 
 Non la voglio, se n’andrà.
 
 ELPINO
 
 Ce la voglio, ci starà.
 
 A DUE
 
1170   Chi più possa...
 
 ALCEA
 
                                  Sinch’ho fatto...
 
 ELPINO
 
 Sinch’ho possa...
 
 A DUE
 
                                 Si vedrà.
 
 Fine dell’atto secondo