I rivali generosi, Venezia, Pasquali, 1744

 ARGOMENTO
 
    Gemea l’Italia sotto il tirannico impero del re de’ Goti Vitige. A liberarla da un sì barbaro giogo fu spedito dall’imperador Giustiniano il gran Belisario che in breve tempo, correndo di vittoria in vittoria, la rimise nello stato primiero di libertà e costrinse il tiranno Vitige a ricovrarsi per ultimo rifugio in Ravenna co’ miserabili avanzi del suo esercito, già in più battaglie sconfitto. Fu lungo e periglioso l’assedio; ma cedé alfine l’ostinazione de’ barbari alla virtù di Belisario. Espugnò egli Ravenna, prese Vitige; e con sì illustre trionfo si videro estinte le speranze de’ Goti ed all’Italia rassicurati i timori. Vitige ritrovò il suo vincitore sì generoso che fu costretto a confessarsi felice nelle sue perdite e nella corte dell’imperator Giustiniano onorato col titolo di consigliere e di senatore romano, conobbe aver ritrovato un miglior regno fra’ suoi nimici e più di grandezza fra i ceppi.
    Ora nel tempo che il suddetto Vitige reggea l’Italia con assoluto dominio, invaghissi egli di Elpidia, principessa di Puglia. Condottala seco in Roma le scoperse il suo fuoco e ne tentò lusinghiero e feroce gli affetti. Ma la costante principessa non allettarono i doni, non atterrirono le minacce; e vedendo che alfine l’amor del tiranno degenerava in furore ed il furore potea finire in violenze, secretamente fuggì da Roma e a Belisario ricorse che avea già fatti sentire i primi moti delle sue armi in Italia. Esso l’accolse magnanimo, l’assicurò di difesa e le offerse nel proprio campo un asilo. La bellezza d’Elpidia non andò guari che cagionò nell’esercito greco funesti effetti. I principali capitani se ne invaghirono e da questo amore nacquero discordie, gelosie, sedizioni. Belisario per acquietarne i tumulti, sentenziò, con l’assenso d’Elpidia che quello ne sarebbe lo sposo, il cui valore più di ogni altro si segnalasse nella guerra che avea intrapresa co’ Goti. Su questi fondamenti, tratti dal Sigonio e dal Trissino nel suo poema dell’Italia liberata, s’intreccia il dramma intitolato dall’azion principale I rivali generosi.