Gl’inganni felici, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA PRIMA
 
 Cortile interno, che porta agli appartamenti reali, con trono.
 
 CLISTENE con seguito e BRENNO
 
 CLISTENE
455Brama il chiaror d’una regal corona
 chi non ne prova il peso; e pur quell’oro
 è luce che tormenta e non illustra.
 I vassalli riposi
 solo il re custodisce e più d’ogni altro
460ei veglia impaziente,
 perché il comun travaglio in sé risente.
 
    Non è bella sul crin la corona
 che par fregio e non è che catena.
 
    È un aggravio che il capo imprigiona;
465è un inganno che alletta e dà pena. (Ascende sul trono)
 
 Chiamisi il trace.
 BRENNO
                                   È mio l’uffizio; or vado.
 CLISTENE
 Io qui dal regio soglio
 udirò ciò ch’ei chieda. (O quanto orgoglio!)