Venceslao, Vienna, van Ghelen, 1725

 ARGOMENTO
 
    Venceslao, re di Polonia, ebbe due figliuoli, Casimiro e Alessandro, il primo di genio dissoluto e feroce, il secondo di temperamento dolce e moderato. L’uno e l’altro invaghironsi di Erenice, principessa del sangue, discendente dagli antichi re di Polonia, ma con intenzione molto diversa. Casimiro l’amò per goderne, Alessandro per isposarla. Quegli non ebbe riguardo di render pubblico a tutta la corte il suo amore; e questi, conosciuto il genio violento del fratello, ad ogni altro nascose il suo, fuorché all’amata Erenice e all’amico Ernando, generale e favorito del re; anzi per più tenerlo nascoso, pregò l’amico a fignersi appassionato per Erenice e in tal guisa, col mezzo di lui, trattò più sicuramente della sua passione con essa. Compiacquegli per impegno di amicizia Ernando, quantunque poscia gli costasse caro l’impegno, per l’amore che in lui si accese verso la principessa. Riuscì la cosa di tal maniera che Casimiro credé che Ernando gli fosse rivale, non il fratello; e da questa falsa credenza nasce l’intreccio principale del dramma. La morte di Alessandro seguita per man del fratello, l’accusa di Erenice, la condanna e poi la coronazione di Casimiro sono azioni tratte dalla stessa fonte, da cui n’è preso il soggetto, ravviluppato maggiormente dagli amori antecedenti di Casimiro con Lucinda, regina di Lituania, al presente granducato della Polonia ma che anticamente era regno, siccome può vedersi nei Frammenti istorici di Micalone Lituano. Se poi il soggetto dell’opera sia storia o favola, ognuno a suo piacimento ne creda. So che il medesimo, verso la metà del secolo andato, fu esposto in una tragedia sopra le scene francesi dal signor Rotrou che al suo tempo fu in riputazione di insigne scrittore. Ciò che del mio vi abbia aggiunto e ciò che del suo ne abbia tolto, ne sarà facile ai curiosi il rincontro, con sicurezza che all’esemplare daranno la lode, se all’imitazione ricuseranno il compatimento.