Venceslao, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA XIV
 
 ERNANDO
 
 ERNANDO
 Di così strani casi
935qu il fin qual fia? Sarà pietoso o giusto
 il real genitore?
 Temo ancor la pietà di quel gran core.
 Ma tu che pensi, Ernando? Vendicarti?
 Vendicare l’amico ed Erenice?
940No no, più generoso
 ti voglio, Ernando. A preservar si attenda
 l’erede a la corona, il figlio al padre.
 A l’ombra di Alessandro
 diam lagrime, non sangue. Andiam gli sdegni
945a placar di Erenice.
 In sì nobili sensi
 l’alma s’impieghi e a l’amor suo non pensi.
 
    Speranze più liete,
 lontane da me.
 
950   In alma costante
 offender potete
 la gloria di amante,
 di amico la fé.
 
 Fine dell’atto terzo