I rivali generosi, Venezia, Nicolini, 1697

 SCENA II
 
 OLINDO con guerrieri e li suddetti. Fuggono i soldati di Vitige incalzati da quelli di Olindo
 
 OLINDO
 Amici, ecco il fellon.
 VITIGE
                                       Perfida sorte!
 OLINDO
 Quella è l’amata Elpidia.
 VITIGE
 Che sento?
 OLINDO
                        Ite e quell’empio
 svenate, trucidate.
 VITIGE
485Nessun s’accosti o dentro al sen d’Elpidia
 ignudo ferro immergo.
 ELPIDIA
 Aimè!
 OLINDO
               Ferma, crudel. Qual colpa mai
 v’è in quel petto innocente? In questo seno...
 VITIGE
 Ritirati o la sveno.
 OLINDO
490Mi muor l’alma sul guardo. Ah torci altrove
 l’iniqua punta; e se di sangue hai sete,
 eccoti il ferro, eccoti il petto ignudo.
 ELPIDIA
 Amator generoso!
 VITIGE
                                    Al primo passo
 tu la vedrai cader.
 OLINDO
                                    Fermati, o crudo. (Tornano a poco a poco a riunirsi i soldati di Vitige)
495Se uccider tu la puoi, chi potrà torti
 a l’ira del mio brando? Egli ancor fuma
 de le gotiche stragi; eccoti a fronte
 un tuo fiero nemico. Eccoti Olindo.
 VITIGE
 Tu Olindo?
 OLINDO
                        Olindo io sono,
500io l’eccidio de’ tuoi,
 l’uccisor di Feraspe, io che più volte
 cercai ne la tua morte i miei trionfi.
 VITIGE
 Destati, o sdegno.
 OLINDO
                                   E se non bastan forse
 a l’odio tuo sì grandi insulti, omai
505riconosci una volta in questo Olindo
 il rival di Vitige, in questo ferro
 l’uccisor d’Ataulfo. Ancor va gonfia
 del tuo estinto germano
 questa più del tuo sangue avida mano.
 VITIGE
510Ti sento, amor geloso, ombra diletta
 che con tacite voci
 entro del seno mio gridi: «Vendetta».
 ELPIDIA
 Più tacer è viltà. Me, me, tiranno,
 il tuo ferro trafiga.
515Eran per me quell’ire. Io dovea sola
 già vittima cader de’ tuoi furori.
 VITIGE
 Che risolvete, o vilipesi amori?
 ELPIDIA
 Questo seno è lo scopo
 ove i colpi tendean.
 OLINDO
                                      Crudel, tu invidi
520l’ultima gloria a la mia morte? Ah vivi...
 ELPIDIA
 Sì codarda mi stimi? Ho cuore anch’io
 che non teme la morte.
 OLINDO
 Ed io non l’ho che basti
 a vederti trafitta.
 ELPIDIA
525Odio la tua pietà.
 OLINDO
                                   La tua m’uccide.
 VITIGE
 Qual più agitato cuor del mio si vide?
 OLINDO
 La tua vita assicura (A Vitige)
 col mio morir.
 ELPIDIA
                             Svena il mio petto e un colpo
 vendichi i tuoi disprezzi.
 OLINDO
                                                Il tuo furore
530contro Elpidia è barbarie, in me è vendetta.
 Il tuo periglio e l’odio mio tel chiede.
 VITIGE
 Aimè! Perché non posso
 vendicarmi ad un tempo
 inimico ed amante?
 OLINDO
535In che t’offese Elpidia? Olindo è ’l solo
 che tutto meritar può ’l tuo furore.
 VITIGE
 Sì. Convien che l’amore
 si consacri al piacer de la vendetta.
 Libera Elpidia sia, purché tu resti
540vittima del mio sdegno.
 OLINDO
 La fé ricevo e la mia vita impegno.
 ELPIDIA
 
    Deh caro Olindo, non mi tradir.
 
 OLINDO
 
 O dolce morte, per cui tu vivi.
 
 ELPIDIA
 
 Ma tu m’uccidi col tuo morir.
 
 OLINDO
545Voi, miei fidi, frenate
 contro il fiero Vitige
 le ragioni de l’odio e, se mi amate,
 custoditemi Elpidia; io vivo in essa.
 E tu prenditi il ferro e ’l sen mi svena. (A Vitige)
 VITIGE
550S’incateni l’iniquo.
 OLINDO
                                      O cari ceppi,
 ceppi che mi acquistate
 la libertà d’Elpidia.
 ELPIDIA
                                      Ahi qual tormento!
 OLINDO
 Io vado, Elpidia, a morte e lieto io vado
 col piacer che tu viva e forse m’ami.
555Prendi l’ultimo addio
 dal moribondo labbro
 ch’è l’ultimo respir del viver mio.
 Io vado e altrui tu vivi
 più felice consorte. Un solo istante
560di pietoso dolore
 dona talvolta a chi per te sen muore.
 VITIGE
 Lunge inutili indugi. Ogni momento
 a l’ingorda vendetta è un gran tormento.
 ELPIDIA
 Crudo amante, che fai?
565Viver poss’io, quando a morir tu vai?
 OLINDO
 
    Quando tu pensi che a morir vada,
 più vivo, o cara, rimango in te.
 
    Ben nel tuo seno tutto moria;
 ma se tu vivi, dolce alma mia,
570la miglior parte vive di me.