Venceslao, Parma, Rosati, 1724 (Il Venceslao)

 SCENA VII
 
 GISMONDO
 
 GISMONDO
 Mi credea che di Erenice al nodo
 sciolto cadesse e infranto
535quello di Casimiro e nel suo core
 credei servir, Lucinda, al tuo dolore.
 Ma in lui la grave offesa
 risveglia l’ire e non ammorza il foco.
 Disprezzo il fa costante,
540più feroce ei divien, non meno amante.
 
    D’aspri nodi amor chi cigne
 se gli scuote più li strigne
 né più sciolto il cor sen va;
 
    e peggior la prigionia
545fa che sia
 sol pensar di libertà.
 
 Fine dell’atto secondo