Venceslao, Pesaro, Gavelli, 1724 (Il fratricida innocente)

 SCENA VI
 
 GISMONDO
 
 GISMONDO
 Io mi credea che di Erenice al nodo
 sciolto cadesse e infranto
545quello di Casimiro e nel suo core
 credei servir, Lucinda, al tuo dolore.
 Ma in lui la grave offesa
 risveglia l’ire e non ammorza il foco.
 Disprezzo il fa costante;
550più feroce ei divien, non meno amante.
 
    D’aspri nodi amor chi cinge
 se li scuote più li stringe
 né più sciolto il cor sen va.
 
    E peggior la prigionia
555fa che sia
 sol pensar di libertà.
 
 Fine dell’atto secondo