Venceslao, Venezia, Buonarrigo, 1723

 SCENA XI
 
 VENCESLAO, CASIMIRO, ERNANDO, poi GISMONDO
 
 VENCESLAO
 Reo convinto, la spada
 deponi, o Casimiro.
 CASIMIRO
835La spada?
 VENCESLAO
                      Sì, la spada.
 CASIMIRO
 Eccola, o re. Già ’l core (Depone la spada sul tavolino)
 dispongo a sofferir mali più atroci.
 ERNANDO
 Qual raggio a noi volgeste, astri feroci?
 VENCESLAO
 Gismondo, olà.
 GISMONDO
                               Sire, i tuoi cenni attendo.
 VENCESLAO
840Custodirai ne la vicina torre
 prigione il prence.
 GISMONDO
                                     Eseguirò fedele.
 VENCESLAO
 Tu colà attendi il tuo destino.
 CASIMIRO
                                                       Offeso
 or che deggio lasciarti,
 già sento in me la sua fierezza.
 VENCESLAO
                                                          Parti.
 CASIMIRO
 
845   Da te parto e parto afflitto,
 o mio giudice, o mio re;
 volea dir mio genitor.
 
    Ma poi tacqui il dolce nome
 che più aggrava il mio delitto
850e più accresce il tuo dolor.