Venceslao, Venezia, Rossetti, 1722

 SCENA III
 
 CASIMIRO con guardie e VENCESLAO
 
 CASIMIRO
 Prostrato al regio piede,
1180incerto fra la vita e fra la morte,
 eccomi.
 VENCESLAO
                  Sorgi. (Anima mia, sta’ forte).
 CASIMIRO
 Ne le tue mani è ’l mio destin.
 VENCESLAO
                                                         Mio figlio,
 reo ti conosci?
 CASIMIRO
                             E senza
 la tua pietà sono di vita indegno.
 VENCESLAO
1185Cieco rotasti il ferro
 fra l’ombre.
 CASIMIRO
                         Il ferro strinsi e fui spietato.
 VENCESLAO
 Alessandro uccidesti.
 CASIMIRO
 Il mio germano uccisi.
 VENCESLAO
 Morto Ernando volesti, il duce invitto.
 CASIMIRO
1190E del colpo l’error fu più delitto.
 VENCESLAO
 Scuse non hai.
 CASIMIRO
                              L’ho ma le taccio, o sire.
 Se discolpe cercassi, io sarei ’ngiusto.
 Sarò più reo, perché tu sii più giusto.
 VENCESLAO
 (Vien meno il cor). Dammi le braccia, o figlio.
 CASIMIRO
1195Re, padre...
 VENCESLAO
                        E prendi in questo
 l’ultimo abbracciamento.
 CASIMIRO
 L’ultimo?
 VENCESLAO
                     Ahi pena!
 CASIMIRO
                                          Ahi sorte!
 VENCESLAO
 Or vanne, o figlio.
 CASIMIRO
                                    Ove, signore?
 VENCESLAO
                                                               A morte.
 CASIMIRO
 A morte?
 VENCESLAO
                     Sì, ma vanne
1200non reo ma generoso. Un cor vi porta
 degno di re che non imiti il mio.
 A me sol lascia i pianti, a me i dolori;
 e insegnami costanza alor che muori.
 CASIMIRO
 
    Vado costante a morte.
1205Conservami tu solo
 la sposa mia fedel.
 
    Pensando al suo gran duolo,
 sento il mio cor men forte,
 più ’l mio destin crudel.