Venceslao, Venezia, Rossetti, 1722

 SCENA VI
 
 LUCINDA
 
 LUCINDA
 Lusinghiamoci ancora
 né disperiam, teneri affetti. L’alma
 del tuo piacer riempi,
 speranza adulatrice,
665e vieni il dolor mio
 di letargo a coprir, se non di obblio.
 
    Del caro sposo
 nel biondo crine
 il dio bendato,
670di face armato,
 al varco attende
 e gode alfine
 di saettar.
 
    Quest’alma intanto
675di sua ferita
 se ne compiace
 e la sua pace
 trova nel duolo
 che più l’invita
680a sospirar.