Venceslao, Torino, Gattinara, 1721

 SCENA ULTIMA
 
 Sala reggia con trono.
 
 VENCESLAO, ERENICE, ERNANDO e li sudetti
 
 VENCESLAO
 Ed è vero? E lo veggio?
 CASIMIRO
1220Padre e signor, ritorno
 volontario a’ tuoi ceppi;
 depongo ancor la spada e piego il capo.
 Solo a questo perdona
 popol fedel. Zelo indiscreto il mosse.
1225Di me disponi. In me le leggi adempi.
 In me punisci il fallo.
 Fratricida infelice io morir posso,
 non mai figlio rubel, non reo vassallo.
 VENCESLAO
 Né pur io son padre crudel. Non deggio
1230esser però giudice ingiusto. Adempi
 intrepido a la legge
 su cui non ho poter. Muori. A tua colpa
 il tuo morir te stesso e il mondo ascriva.
 LUCINDA
 Eh viva Casimiro.
 TUTTI
                                    Viva, viva. (Venceslao stupefato ascende il trono)
 
 VENCESLAO
1235Popoli, da quel giorno, in cui vi piacque
 pormi in fronte il diadema, in man lo scetro,
 resi giustizia e fui
 ministro de le leggi e non sovrano.
 Ora non fia ch’io chiuda
1240con ingiusta pietade e regno e vita.
 Si deve un fratricida
 punir nel figlio. Il condannai. La legge
 re mi trovò, non padre.
 Voi nol volete; ed ora
1245padre, non re mi troverà natura.
 Figlio, ti accosta.
 CASIMIRO
                                 Al soglio
 piego umil le ginocchia. (Casimiro ascende alcuni gradini del trono e s’inginocchia al padre)
 LUCINDA
 (Cor, non anche t’intendo).
 VENCESLAO
 Qual re avesti, Polonia, il raro, il grande
1250atto, per cui lo perdi, ora t’insegni.
 Volermi ingiusto è un non voler ch’io regni. (Venceslao si leva la corona di capo in atto di porla su quel del figliolo)
 CASIMIRO
 Che fai, signor?
 VENCESLAO
                                Conviene
 far cader la tua testa o coronarla.
 CASIMIRO
 Mora il figlio e tu regna.
 VENCESLAO
                                               Il re tu sei
1255col voler di Erenice,
 con la virtù di Ernando;
 il popolo ti acclama. Io reo ti danno
 e assolver non ti posso.
 Or che tu se’ sovrano,
1260assolverti potrai con la tua mano. (Corona il figliolo al suono di allegra e breve sinfonia, poi, presolo per mano, discende dal trono)
 LUCINDA
 (Gioie, non mi opprimete).
 VENCESLAO
 Con giubilo or discendo
 da l’altezza suprema.
 Per un figlio acquistar, lascio il diadema.
 CASIMIRO
1265La corona io ricevo
 in deposito, o padre, e non in dono.
 Tu il re sarai. Io servo
 le leggi tue pubblicherò dal trono.
 ERNANDO
 Io pure in te, nuovo monarca, adoro
1270l’alto voler del tuo gran padre.
 CASIMIRO
                                                         Ernando,
 non eredito re gli odi privati.
 Ti abbraccio, amico. E tu, Erenice, in lui
 da me prendi uno sposo,
 se nel fratello un te ne tolsi.
 ERNANDO
                                                    O sorte!
 ERENICE
1275Signor, erra insepolta
 ancor l’ombra amorosa. Almen mi lascia
 pianger l’estinto, anzi che il vivo abbraci.
 ERNANDO
 Mi basta or sol che rea
 ne l’amarti non sia la mia speranza.
 ERENICE
1280Tutto speri in amor merto e costanza.
 CASIMIRO
 Ultimo a te mi volgo,
 diletta sposa; cari
 solo per te mi son la vita e ’l regno.
 LUCINDA
 Tanta è la gioia mia
1285che parmi di sognar, mentre ti annodo.
 ERNANDO
 Col tuo giubbilo, o patria, esulto e godo.
 VENCESLAO
 Figlio, sul trono ascendi;
 e le festive pompe,
 destinate per me, sieno tue glorie.
1290Oggi per te rinasco; oggi più degno
 principio e nuova vita e nuovo regno. (Casimiro presa Lucinda per mano ascende sul trono. Seggono intorno a lui Venceslao e tutti)
 CORO
 
    Vivi e regna fortunato,
 nostro duce e nostro re.
 
    Te si unisca a far beato
1295tempo e sorte, amor e fé.