Venceslao, Genova, Franchelli, 1717 (Il Venceslao)

 SCENA ULTIMA
 
 VENCESLAO, ERENICE, ERNANDO, GISMONDO e detti
 
 VENCESLAO
 Ed è vero e lo veggio?
 CASIMIRO
1250Padre e signor, ritorno
 volontario a’ tuoi ceppi;
 depongo ancor la spada e piego il capo.
 Solo a questo perdona
 popol fedel. Zelo indiscreto il mosse.
1255Di me disponi. In me le leggi adempi.
 In me punisci il fallo;
 fratricida infelice io morir posso,
 non mai figlio rubel, non reo vassallo.
 LUCINDA
 
    Viva, viva Casimiro.
 
 TUTTI
 
1260Viva, viva.
 
 VENCESLAO
 Popoli, da quel giorno, in cui vi piacque
 pormi in fronte il diadema, in man lo scettro,
 resi giustizia e fui
 ministro delle leggi e non sovrano.
1265Ora non fia ch’io chiuda
 con ingiusta pietade e regno e vita.
 Si deve un fratricida
 punir nel figlio, il condannai. La legge
 re mi trovò, non padre.
1270Voi nol volete ed ora
 padre, non re mi troverà il destino.
 Figlio, ti accosta.
 CASIMIRO
                                 Al soglio
 piego umil le ginocchia.
 LUCINDA
 (Cor, non anche t’intendo).
 VENCESLAO
1275Qual re avesti, Polonia, il raro, il grande
 atto, per cui lo perdi, ora t’insegni.
 Volermi ingiusto è un non voler ch’io regni.
 CASIMIRO
 Che fai, signor?
 VENCESLAO
                                Conviene
 far cader la tua testa o coronarla.
 CASIMIRO
1280Mora il figlio e tu regna.
 VENCESLAO
                                               Il re tu sei.
 Col voler d’Erenice,
 con la virtù d’Ernando,
 il popolo ti acclama. Io reo ti danno
 e assolver non ti posso;
1285or che tu sei sovrano,
 assolverti potrai con la tua mano.
 LUCINDA
 (Gioie, non mi opprimete).
 CASIMIRO
 La corona io ricevo
 in deposito, o padre, e non in dono.
1290Tu sarai re. Io servo
 le leggi tue publicherò dal trono.
 ERNANDO
 Io pure in te, novo monarca, adoro
 l’alto voler del tuo gran padre.
 CASIMIRO
                                                         Ernando,
 non eredito re gli odi privati,
1295t’accolgo amico e tu, Erenice, in lui
 da me prendi uno sposo,
 se nel fratello un te ne tolsi.
 ERNANDO
                                                    O sorte.
 ERENICE
 Signor, erra insepolta
 ancor l’ombra amorosa. Almen mi lascia
1300pianger l’estinto, anzi che il vivo abbracci.
 ERNANDO
 Mi basta sol che rea
 ne l’amarti non sia la mia speranza.
 ERENICE
 Tutto speri in amor merto e costanza.
 CASIMIRO
 Diletta sposa, cari
1305solo per te mi son la vita e ’l regno.
 LUCINDA
 Tanta è la gioia mia
 che parmi di sognar, mentre t’annodo.
 GISMONDO
 Col tuo giubilo, o patria, esulto e godo.
 CORO
 
    Vivi e regna fortunato,
1310nostro duce e nostro re.
 
    Te s’unisca a far beato
 tempo e sorte, amor e fé.
 
 Il fine dell’opera