Il Tirsi, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA II
 
 TIRSI, poi ALISA, CORINNA e CLORI in disparte
 
 CLORI
 Simula ancor. Può tardar poco Alisa.
 TIRSI
850Che molli aurette! Un cheto sonno i lumi
 dolcemente m’aggrava. Io qui m’assido.
 Odi il lieto ruscello
 che mormora vicin. Le scosse fronde
 che rispondono... O dio... Mi turba il sonno
855un sì rigido tronco.
 CORINNA
                                      (Anzi il tuo fallo). (A parte)
 CLORI
 Ecco la fida Alisa. (Alisa viene accompagnata da ninfe che suonano)
 TIRSI
 O soave armonia! Quanto opportuna,
 vezzosissima ninfa,
 mi giungi! Or qui t’assidi e a me permetti
860far guancial del tuo seno a’ miei riposi.
 ALISA
 Tirsi gentil, son pronta.
 Ninfe, si addatti al suono
 il musico stromento.
 TIRSI
 Prenditi poi questo mio dardo in dono.
 ALISA
 
865   Pupillette, voi posate,
 stanche forse di piagarmi.
 Saria troppa crudeltà
 vegliar sempre a tormentarmi.
 
    Qualche tregua aver potrà
870il mio cuor dal suo dolor,
 se il piacer di riposar
 chiuse ancor non li niegate.
 
 CLORI
 Non dorme ancor?
 CORINNA
                                     Ninfa, or è tempo. Il suo
 più che sonno è letargo.
 CORINNA
875Non ti pentir, cuor mio.
 CLORI
 Non vacillar, mio sdegno.
 ALISA
 L’opra voi proseguite. Io parto. Addio.