Venceslao, Roma, Bernabò, 1716 (Il Vincislao)

 SCENA ULTIMA
 
 VINCISLAO, ERENICE, ERNANDO, GERILDA, GILDO e detti
 
 VINCISLAO
1655Ed è vero e lo veggio!
 CASIMIRO
 Padre e signor, ritorno
 volontario a’ tuoi ceppi,
 depongo ancor la spada e piego il capo.
 VINCISLAO
 Popoli, da quel giorno, in cui vi piacque (Va a sedere sul trono)
1660pormi in fronte il diadema, in man lo scettro,
 resi giustizia e fui
 ministro delle leggi e non sovrano.
 Ora non fia ch’io chiuda
 con ingiusta pietade e regno e vita.
1665Si deve un fratricida
 punir nel figlio. Il condannai; la legge
 re mi trovò, non padre.
 Voi nol voleste; ed ora
 padre, non re mi troverà l’amore.
1670Figlio, ti accosta.
 CASIMIRO
                                 Al soglio
 piego umil le ginocchia. (Casimiro ascende al grado del trono e s’inginocchia innanzi al padre)
 LUCINDA
 (Non anche, o cor, t’intendo).
 GERILDA
 (Che mai sarà?)
 GILDO
                                 (Ancor non lo comprendo).
 VINCISLAO
 Qual re avesti, o Polonia, il raro, il grande
1675atto, per cui lo perdi, ora t’insegni.
 Volermi ingiusto è un non voler ch’io regni.
 Figlio! (Vincislao si cava la corona e la vuol porre al figlio)
 CASIMIRO
                 Che fai, signor?
 VINCISLAO
                                                Conviene
 far cader la tua testa o coronarla.
 CASIMIRO
 Mora il figlio e tu regna.
 VINCISLAO
                                               Il re tu sei.
1680Col voler d’Erenice,
 colla virtù d’Ernando
 il popolo t’acclama. Io reo ti danno
 e assolver non ti posso. (Corona il figlio)
 Or che tu sei sovrano,
1685assolver ti potrai con la tua mano.
 LUCINDA
 (Gioie, non m’opprimete).
 CASIMIRO
 La corona io ricevo
 in deposito, o padre, e non in dono.
 Tu sarai re, io servo
1690le leggi tue publicherò dal trono.
 ERNANDO
 Io pure in te, nuovo monarca, adoro
 l’alto voler del tuo gran padre.
 CASIMIRO
                                                         Ernando,
 non eredito re gl’odi privati.
 Ti abbraccio amico e tu, Erenice, in lui
1695da me prendi uno sposo,
 se nel fratello un te ne tolsi.
 ERNANDO
                                                    Oh sorte!
 ERENICE
 Signor, erra insepolta
 ancor l’ombra amorosa. Almen mi lascia
 pianger l’estinto, anzi che il vivo abbracci.
 ERNANDO
1700Mi basta sol che rea
 nell’amarti non sia la mia speranza.
 ERENICE
 Tutto speri in amor merto e costanza.
 CASIMIRO
 Ultimo a te mi volgo,
 diletta sposa; cari
1705solo per te mi son la vita e ’l regno.
 LUCINDA
 Tanta è la gioia mia
 che parmi di sognar, mentre ti annodo.
 ERNANDO
 Col tuo giubilo, o patria, esulto e godo.
 CORO
 
    Vivi e regna fortunato,
1710nostro duce e nostro re.
 
    Te si unisca a far beato
 tempo e sorte, amor e fé.
 
 Fine