Venceslao, Roma, Bernabò, 1716 (Il Vincislao)

 SCENA VI
 
 LUCINDA sola
 
 LUCINDA
 Correte a rivi, a fiumi, amare lagrime.
 Tolto da me lo sposo
 ha l’ultimo congedo.
 Più non lo rivedrò. Barbaro padre,
1365miserabile sposo! Ingiusti numi!
 Su lagrime, correte a rivi, a fiumi.
 Ma a che giova qui il pianto? All’armi, all’armi.
 Già che tutto dispero
 tutto ardisci, o Lucinda; apriti a forza
1370nella reggia l’ingresso. Ecco già parmi
 di svenar il tiranno,
 di dar morte a’ custodi,
 di dar vita al mio sposo ed abbracciarlo
 fuori di ceppi... Ahi! Dove son? Che parlo?
 
1375   Parlo; ma si confonde
 sopra le labra il cor
 e un rio dolor risponde:
 «Oggi il tuo ben morrà».
 
    Sono... senza il mio bene,
1380sola col mio martoro
 e parmi che ristoro
 sol morte mi darà.