Venceslao, Roma, Bernabò, 1716 (Il Vincislao)

 SCENA XIV
 
 ERENICE e detti
 
 ERENICE
 Signor, che il tuo potere (S’inginocchia a’ piedi di Vincislao)
930fra giustizia e pietà libri egualmente,
 difensor delle leggi,
 scudo dell’innocenza,
 giusto re, giusto padre, ecco a’ tuoi piedi,
 principessa dolente,
935Chiedo la mia vendetta,
 chiedo la tua, lagrime chiedo e sangue.
 Ti vuo’ giudice e padre; ah rendi al mondo
 a pro del giusto ed a terror dell’empio
 di virtù, di fortezza un raro esempio.
 VINCISLAO
940Sorgi, Erenice, e la vendetta attendi
 che il tuo dolor mi chiede.
 ERENICE
 Qual io sia ben t’è noto.
 VINCISLAO
                                              A’ tuoi grand’avi
 quel diadema ch’io cingo ornò le tempie.
 ERENICE
 Senza offenderti, o sire,
945amar potea l’un de’ tuoi figli?
 VINCISLAO
                                                        Amore
 non è mai colpa, ove l’oggetto è pari.
 ERENICE
 Del pari ambo i tuoi figli
 per me avvampar; ma il foco
 fu senso in Casimiro,
950fu virtù in Alessandro;
 piacque il pudico amante, odiai l’impuro.
 Amor che strinse i cori
 strinse le destre e fu segreto il nodo
 per tema del rival, non per tua offesa.
 CASIMIRO
955(Mio rivale il germano?)
 ERENICE
 In questa notte appunto
 a me recar consorte il primo amplesso
 egli dovea; l’ora vicina e d’ombre
 sparso era il ciel, quand’egli
960ne’ tetti miei, sulle mie soglie e quasi
 sugl’occhi miei trafitto... Ahimè... Perdona
 la libertà del pianto...
 Freddo, esanime, esangue
 versò da più ferite e l’alma e ’l sangue.
 VINCISLAO
965Come? Morto Alessandro?
 ERNANDO
 Misero prence!
 CASIMIRO
                               (Oh cieco
 furor, dove m’hai tratto? Io fratricida!)
 ERENICE
 Sì, morto è l’infelice; e allora ch’io
 ti miri vendicata,
970ti seguirò agl’Elisi, ombra adorata.
 VINCISLAO
 S’agita al tribunal della vendetta
 la mia, non la tua causa.
 Erenice, ove è il reo?
 ERENICE
                                         Quando tu ’l sappia,
 avrai cor di punirlo?
 VINCISLAO
975Sia qual si vuol, pronta è la scure; il capo
 vi perderà; già data,
 data ho l’inesorabile sentenza;
 giustizia è l’ira ed il rigor clemenza.
 ERENICE
 Non tel dica Erenice, il cor tel dica,
980tel dica il guardo; hai l’uccisor presente;
 quell’orror, quel pallore, (Aditando Casimiro che sta confuso)
 quegl’occhi a terra fissi,
 il silenzio del labro e più di tutto
 quel ferro ancor fumante
985della stragge fraterna a te già grida
 che un figlio del tuo figlio è l’omicida.
 VINCISLAO
 Già cedo al nuovo affanno.
 CASIMIRO
 (Oh destra! O ferro!) (Si lascia cadere lo stile dalla mano)
 ERNANDO
                                          Miserabil padre!
 ERENICE
 Casimiro l’uccise. Ei fece un colpo
990degno di lui; se nol punisci, o sire,
 avido ancor di sangue
 verrà quello a votar ch’hai nelle vene.
 L’uccisor di un fratello
 esserlo può d’un padre.
995Vendetta, o re, vendetta
 di te, di me; ragion, natura, amore
 la dimanda al tuo core;
 se re, se padre a me negar la puoi,
 numi del ciel, a voi la chiedo, a voi.
 VINCISLAO
1000Parla! Le tue discolpe
 giudice attendo.
 CASIMIRO
                                 Il ciel volesse, o sire,
 che del misfatto enorme,
 come n’è il cor, fosse innocente il braccio.
 Son reo, son fratricida;
1005non ho discolpe, il mio supplizio è giusto,
 io stesso mi condanno; io stesso aborro
 questa vita infelice
 dal mio re condannata e da Erenice.
 VINCISLAO
 Va’, principessa, ed a me lascia il peso
1010de la commun vendetta.
 ERENICE
 Destra real ti bacio
 e ’l misero amor mio da te l’aspetta.
 
    Col piacer di vendicarmi
 cara speme a consolarmi
1015per te riede nel mio cor;
 
    (ma saprò, già vendicata,
 poi seguirti ombra adorata
 tutta fede e tutto amor).