Venceslao, Roma, Bernabò, 1716 (Il Vincislao)

 SCENA X
 
 GERILDA e GILDO
 
 GERILDA
 Lodato il ciel, con queste vesti addosso
 parmi d’esser un’altra;
 e affé che Gildo, affé,
810con quella burla avrà messo giudizio
 e che questa non è
 bellezza che debb’esser disprezzata
 per una vil fraschetta
 che in corte con ognun fa la civetta.
815Che Gildo per Elisa m’abbandoni,
 no no, ch’io non comporto;
 e se ci casca più, lo voglio morto.
 
    Con le donne, o folli amanti,
 mai non fate il bell’umore,
820perché alfin ce la perdete.
 
    Sotto i nostri guardinfanti
 Farfarello sta celato;
 se da voi vien stuzzicato,
 poco gusto ci averete.
 
825Ecco che Gildo viene.
 GILDO
 Oh sorte! Più che altrove
 mi spinge la paura,
 sempre mi veggo avanti
 questa scontrafattissima figura.
 GERILDA
830E ben, Gildo, vedesti
 come ti serbi Elisa tua la fede?
 Mirasti quanti e quanti
 cascamorti ed amanti ell’abbia intorno?
 GILDO
 Tutte le donne sono a una maniera.
835Elisa è una pettegola ma tu
 stretta parente sei di Berzebù.
 GERILDA
 Il cielo me ne scampi.
 Quello ch’io faccio il fo
 con un segreto sol.
 GILDO
                                    Creder nol posso;
840credo ben ch’abbi addosso
 una legion di spiriti serrata
 e per questo tu sei così abbottata.
 GERILDA
 Oh via, lasciam le burle.
 Io vuo’ che tu sii mio, che sola m’ami,
845altrimenti ben sai
 s’ho il modo da potermi vendicare.
 GILDO
 (Di finger mi convien per il timore,
 fin che fuggir posso di qua).
 GERILDA
                                                      Che dici?
 GILDO
 Pensando sto che t’amerei ma...
 GERILDA
                                                            Che?
 GILDO
850Ho gran timor di quella tua bacchetta,
 perché, se un dì ti pare,
 in cervo, in bove mi puoi trasformare.
 GERILDA
 Non paventar, no no, statti pur cheto,
 hanno tutte le donne un tal segreto.
855Dunque fido m’adori?
 GILDO
 Sì, la bellezza tua sol bramo e venero,
 per te son divenuto un grancio tenero.
 E tu pur m’ami?
 GERILDA
                                  Io temo
 di non restar per te brugiata tutta
860dalla fiamma d’amor ch’ho in petto accolta.
 GILDO
 No non temer; la stanza è fatta a volta.
 GERILDA
 
    Mi vuoi bene?
 
 GILDO
 
                                 Oh quante pene
 questo core che t’adora
 per te ognor soffrendo va.
 
 GERILDA
 
865   Ti son cara?
 
 GILDO
 
                            Uh quanto è amara
 a quest’alma la dimora
 in cui lungi da te sta.
 
    Mio tesoro, mia bella, mia vaga,
 per te amore mi fece la piaga.
 
 GERILDA
 
870   Mia speranza, mio bene gradito,
 tu sarai l’ottavo marito
 possessore di questa beltà.