Venceslao, Roma, Bernabò, 1716 (Il Vincislao)
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Copia
SCENA IV
CASIMIRO e GILDO
GILDO
90
Presto, presto signor...
CASIMIRO
Che v’è? Che apporti?
GILDO
Gran cosa, cosa grande, anzi grandissima.
La signora...
CASIMIRO
Erenice?
GILDO
Oibò quell’altra...
CASIMIRO
Chi mai?
GILDO
La principessa...
CASIMIRO
Di Lituania?
GILDO
Appunto.
CASIMIRO
95
Lucinda? È morta forse?
GILDO
Oibò, è più viva
che non sono li vivi
allor che stanno in vita.
E qui giunta è poc’anzi.
CASIMIRO
Oh dei? Lucinda?
GILDO
Io stesso
100
la viddi in viril manto,
mentito il sesso e co’ suoi fidi accanto.
CASIMIRO
Turbatrice odiosa
dell’amor mio sen viene.
GILDO
Che faremo, o signor?
CASIMIRO
Che far poss’io?
105
Gl’affetti a lei dovuti
mi ha rapiti Erenice.
GILDO
E ancor Gerilda avrà li miei rifiuti,
che con Elisa vivo più felice;
e se crede colei
110
che io la voglia adorar, affé la sbaglia;
Gildo non vuol amare un’anticaglia.
Eccole là, padrone.
CASIMIRO
Osserverò s’è dessa.
GILDO
Sì che purtroppo sono, oh confusione.